Cosa vedere a Ischia

Ischia oltre al mare, alla natura ed alle terme è un’isola ricca di storia.

Di seguito i luogo più interessanti dell’isola:

Il Castello Aragonese

costruito nel 474 a.c. dai Greci, trasformato nel corso dei secoli nella caratteristica fortezza visibile ancora oggi e collegato al resto dell’isola dal caratteristico ponte.

Il Borgo di Sant’Angelo

con le sue case colorate, i tavoli all’aperto e i negozi di souvenir. Il centro di Ischia essendo chiuso al traffico è raggiungibile solo in autobus.

Il Museo archeologico di Pithecusae

ospitato nella villa “Arbusto” nel quale si trovano molte testimonianze archeologiche dei popoli che si sono susseguiti che lasciando la propria impronta hanno cambiato il nome all’isola con Arime, Pithecusa, Aenariam, Aenaria, Iscla ed infine Ischia. Il museo è stato realizzato all’interno di Villa Arbusto, costruita nel 1785 su promontorio di Monte Vico da Don Carlo Aquaviva, Duca di Atri, che ospitò insigni personaggi dell’800 tra i quali è certamente da segnalare il padre dell’anarchismo moderno Michail Bakunin. Successivamente fu acquistata prima da Angelo Rizzoli poi dal comune di Lacco Ameno che la adibì a museo nel 1978 grazie anche all’appoggio della Soprintendenza Archeologica per le Province di Napoli e Caserta che da tempo si proponeva di esporre al pubblico i risultati degli scavi eseguiti nell’ambito del più antico insediamento greco nel Mediterraneo occidentale. Tra i reperti più significativi conservati in questo museo è da segnalare la famosa Coppa di Nestore, la celebre tazza descritta da Omero e rinvenuta in una tomba a cremazione.

Il Museo giardino di Lady Walton

detto La Mortella è uno splendido giardino mediter-raneo e subtropicale creato dalla signora Susana Walton nel 1958 e si trova sul Capo Zaro a Forio, Ischia. I Walton arrivarono ad Ischia nel 1949. Inizialmente si stabilirono in una casa in affitto, ma poi decisero di acquistare un pezzo di terra in una località chiamata Le Mortel-le-dal nome dell'arbusto di mirto (Mirto) che cresceva nella roccia. Pertanto, la proprietà si chiama La Mortella. La signora Walton ha sviluppato il giardino per più di 50 anni, inizialmen-te con l'aiuto e la consulenza dell'architetto paesaggista britannico Russell Page, e poi se-guendo completamente la propria ispirazione. La signora Walton, rimasta vedova nel 1983, decise di aprire il giardino al pubblico nel 1991. Allo stesso tempo, la signora Walton ha fon-dato due fondazioni, la William Walton Trust nel Regno Unito e la William Walton Foundation in Italia, per far conoscere la musica. Suo marito coltivava l'amore e la conoscenza della musica e proteggeva il giardino.

La Torre di Guevara

La Torre Guevara, chiamata impropriamente anche "Torre di Michelagelo" o "Torre di Sant'Anna" per l'esistenza di una chiesa dedicata al santo, è una casa-torre costruita sull'isola di Cartaromana nell'isola d'Ischia Ad est lato. L'edificio adotta una pianta quadrata ed è suddiviso in tre piani fuori terra: il primo piano è una scarpa racchiusa da un toro di pietra. La forma geometrica dell'apertura è composta da spesse trame di pietra vulcanica, collocando l'opera nel quadro artistico del Rinascimento napoletano, non solo per i suoi murales, ma anche per il concetto architettonico del suo giardino residenziale, che dimostra con successo il manierismo cultura e mitologia. I due lati della torre un tempo erano circondati da alte mura, ma ora rimane solo una vasta area.Si trova di fronte al castello aragonese, non lontano dalla roccia di Santa Ana. Santa Ana è un importante sito archeologico che collega la baia storica all'antica colonia-sommersa-Aenaria. La sua costruzione risale alla fine del XV secolo ed è attribuita a Don Giovanni De Guevara (Don Giovanni De Guevara), soldato di Spagna appartenente all'entourage di Alfonso I d'Aragona, nominato "Cavaliere del Re" nel 1454. Si narra che nel 1500 vi soggiornò più volte l'artista Michelangelo Buonarroti, legato amorosamente da una relazione segreta alla castellana Vittoria Colonna, moglie di Francesco Ferrante d’Avalos. uttavia, queste informazioni, così come quelle che attribuiscono all'artista alcuni dei dipinti dell'edificio, non sono supportate da alcun documento storico. La torre è attualmente utilizzata come struttura polivalente per mostre d'arte. Tra questi, hanno esposto Arnaldo Pomodoro e Hidetoshi Nagasawa.

Museo di Santa Restituta

Il Museo deve la nascita e lo sviluppo al rettore della chiesa, don Pietro Monti. Il Museo contiene reperti del passato della vita e della cultura dai greci ai primi cristiani. Agli inizi degli anni '50 sono stati rinvenuti sotto il pavimento, nell’intento di riparare la cappella di Santa Restituta la cripta paleocristiana con numerose tombe e una lucerna fittile con grappolo d'uva del VI-VII sec. d.C. Questa scoperta portò a continuare gli scavi fino a rinvenire un cimitero cristiano posto intorno alla basilichetta ricavata da un cisternone in disuso di epoca romana. I lavori continuarono alacremente, passando da sorpresa a sorpresa, finché venne riportato alla luce una infinità di sepolcri costruiti secondo le usanze fenicie e puniche, oppure secondo quelle greco-romane. Attualmente il Museo raccoglie anche numerosi reperti archeologici di varie epoche ritrovati non solo a Lacco Ameno - nei luoghi di insediamento dell'antica città di Pitecusa - ma su tutta l'isola.

Il Torrione

è la torre più alta del comune di Forio, nonché simbolo. Viene definito comune turrita, per la presenza di un gran numero di torri, alcune delle quali sono oggi nascoste perché inglobate all’interno di più moderni palazzi, è oggi sede del museo civico. Venne costruito intorno al 1480 con un’importante fortificazione di roccia tufacea a pianta circolare.. Il torrione si compone di due livelli utilizzati come deposito per scorte e artiglieria e come alloggi per la guarnigione. Oggi il Torrione, recentemente restaurato, è la sede del museo civico che ospita le opere di Giovanni Maltese, famoso artista foriano che abitò il Torrione dal 1883 fino ai primi anni del ‘900.

La Colombaia, a Forio

storica residenza estiva del grande regista Luchino Visconti, situata nel Comune di Forio d'Ischia, fu costruita tra la fine del 1800 ed i primi del 1900. Visconti arrivò ad Ischia intorno al 1945 e si innamorò subito dell’isola tanto da iniziare la ricerca di una casa da acquistare. Rimase incantato dalla bellezza della villa di Zaro; una villa tutta bianca, contornata da due dépandances, il viale circondato da un parco di lecci, eucalipti e pini, dall’aspetto selvaggio, pulito, quasi inaccessibile. La Colombaia, venne ristrutturata dell’architetto Giorgio Pes, dove Visconti volle far intervenire soprattutto all’interno. Alla Colombaia da qualche anno hanno trovato posto le ceneri di Luchino Visconti in un angolo del parco che circonda la Villa. Oggi, La Colombaia è diventata una Fondazione che promuove attività di formazione e alta specializzazione per le arti e lo spettacolo, inoltre, realizza produzioni proprie, organizza eventi culturali, interviene a sostegno di progetti di valorizzazione dei beni culturali, gestisce il Museo Visconti (con 300 immagini, costumi di scena e importanti cimeli) ed i centri di documentazione collegati. Ogni anno viene celebrato il Premio Internazionale intitolato al Maestro, posto sotto l'Alto patronato del Presidente della Repubblica.

Giardini Ravino si trova a Forio

nella parte occidentale dell’isola. I giardini Ravino sono appoggiati sul mare ed appoggiati su un lato del monte Epomeo. E’ un parco botanico di acclimatazione di circa 6 mila metri quadri che contiene cactus e piante grasse, succulente e cactacee che attira visitatori da tutto il mondo.

Borgo Sant’Angelo a Serrara

è un antico borgo mediterraneo di pescatori che si estende di fronte all’isolotto caratteristico di Ischia. E’ caratterizzato da case colorate inerpicate sul costone di tufo del monte addossate le une alle altre e affacciate sul meraviglioso panorama del mare cristallino di Ischia. La sua Piazzetta, aperta sul porticciolo, è un’isola pedonale e luogo di ritrovo anche grazie ai numerosi negozi e locali che mettono i loro tavoli all’aperto, spesso pieni di turisti che si godono la pace e la tranquillità del borgo. Nella Torre, la parte superiore dell’isolotto, anticamente sorgeva la chiesetta dedicata all’Arcangelo Michele che ha dato appunto il nome al borgo.


Borgo Ischia Ponte, a Ischia

Qui si respira il fascino dell’antico borgo di pescatori denominato anticamente borgo di Celsa per una piantagione di gelsi profumati che ricopriva tutta l’area. E’ qui che risiede tutta la storia e la tradizione dell’isola con le sue passeggiate attraverso la strada fatta di basoli, dove ancora oggi c’è la sede del Seminario diocesano, le botteghe di ceramica ed i negozietti di prodotti tipici.

Monte Epomeo

789 m, a Serrara Fontana, con i suoi 789 metri è la vetta più alta dell’isola.Dalla cima è possibile ammirare uno spettacolo davvero unico: tutta l’isola e l’intero golfo di Napoli: Capri, Procida, la penisola sorrentina, ma anche Ponza e Gaeta. Per arrivare in cima ci sono vari percorsi ma il più comodo è quello del comune di Serrara Fontana (con gli asinelli o prendendo un bus). In cima si vedrà un grosso masso di tufo verde, si trova la Chiesa di San Nicola con il suo Eremo che oggi è diventato una pensione.

Museo del mare

a Ischia Ponte. Percorrendo via Luigi Mazzella, lungo il borgo di Ischia Ponte ci si trova dinanzi il palazzo dell’orologio, un edificio settecentesco un tempo sede del parlamento degli eletti isolani. Situato al centro della via principale presenta su una delle facciate un orologio che, un tempo, presentava un quadrante di marmo sostituito negli anni ’60 dall’odierno quadrante luminoso. Poco più in basso una lapide commemorativa dedicata al Re Vittorio Emanuele II; un’altra più piccola e antica, ricorda invece la fontana grazie alla quale gli abitanti del borgo ebbero l’acqua potabile. Oggi, al suo interno, vi è custodito un tesoro relativo alla storia della marineria isolana. Inaugurato nel 1996, espone, distribuiti su tre piani, rudimentali attrezzi per la pesca. Tra nasse, inclinometri, solcometri cesti e retine vi si racconta una della attività principali dell’isola di un tempo. Foto e modellini di barche riempiono un’altra delle sale insieme alla storia delle tonnare. Al terzo piano del palazzo dell’Orologio una raccolta di modellini, tra conchiglie e reperti risalenti all’epoca romana ritrovati lungo la spiaggia di Cartaromana. Inoltre, è presente anche una collezione di francobolli d’ispirazione marina provenienti da tutto il mondo. Tante le foto d’epoca di un mare in bianco e nero così come anche gli ex voto dei marinari che si affidavano a Santi e Madonne per un presto ritorno a casa dalle battute di pesca, testimonianza del legame indissolubile che lega gli ischitani al loro mare.